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Prossimi appuntamenti


6 gennaio 2016




Oratorio di Santa Cecilia, ore 18

 

IL RITORNO DALLA CAPANNA
Musiche per la Natività.
L'angelo
da I tre Re di Marco Marazzoli,
Hor voi alme pregiate
Canto,Barbara Vignudelli  
Flauto, Antonio Lorenzoni
Violone, Anna Mosconi
Arciliuto, Roberto Cascio
San Giuseppe
Pirro Capacelli Albergati
cantata Alto solo con strumenti
Alto: Angela Troilo
Flauto, Antonio Lorenzoni
Violone, Anna Mosconi
Cembalo, Valeria Montanari
Arciliuto, Roberto Cascio
Ecco il bel sole
Pirro Capacelli Albergati
Canto, Barbara Vignudelli  
Cembalo, Valeria Montanari
Arciliuto, Roberto Cascio
Il ritorno dalla capanna
Pirro Capacelli Albergati
Alto, Marcella Ventura; Tenore Emiliano Tozzi
flauti, Antonio Lorenzoni, Angela Troilo
Violone, Anna Mosconi
Cembalo, Valeria Montanari
Arciliuto, Roberto Cascio

 

domenica 27 aprile 2014
PINACOTECA , via Belle Arti
ore 16,00

La Resurrectione, 1559
musiche a cura della Cappella Musicale
dal 500 al 700
Donatella Ricceri, Antonio Lorenzoni, Angela Albanese,  Giovanni Tufano, Roberto Cascio, Andrea Fusari, Marco Castellucci

Introduzione del  Direttore della Pinacoteca Franco Faranda

 *


Domenica 16 marzo ore 16.30
Teatro di V
illa Mazzacorati, Via Toscana
CIRCA QUEL MUSICO ....
Le lettere del conte Francesco Zambeccari, Cavallerizzo del ViceRe di Napoli.
Vita ordinaria e  teatro musicale in Napoli  a inizio '700.


Presentazione
Una piccola farsa, (in costume, allestita con oggetti di scena)  scritta oggi con le parole di duecento anni fa. Due soli attori, il Conte, Il sovraintendente alle scuderie Francesco e il suo servo Agostino, dilettante di liuto. Il testo è fatto dalle parole che il Conte Francesco Maria Zambeccari,  utilizzò per scrivere da Napoli al fratello  Alessandro, a Bologna.  Francesco,  dal 10 luglio 1708 è a Palazzo Reale, come dignitario sopraintendente delle scuderie di corte, cioè come Cavallerizzo,  a servizio del  ViceRè,  il cardinale Vincenzo Grimani, terzo ViceRè del Regno di Napoli da un anno sotto il dominio austriaco.  Da quel luglio del 1708, tutti i martedì,   fino all’estate del 1719, quando lascerà la città partenopea per Milano, Francesco scrive al fratello Alessandro, il maggiore di casa, rimasto a Bologna ad amministrare i beni familiari.
Era uso,  per le compagnie che allestivano a Napoli le nuove opere ( i due maggiori teatri cittadini sono quello di San Bartolomeo e quello dè Fiorentini), fare una prima esecuzione privata a Palazzo Reale, in favore del ViceRè, il famoso Grimani. Zambeccari come uomo di corte, evidentemente più esperto di altri nelle cose di musica,  era coinvolto nell’accoglienza e prima ancora nel reclutamento degli artisti.
La trama
 Francesco, Cavallerizzo di Sua Eminenza il Cardinale Vincenzo Grimani,  ViceRè del Regno di Napoli, di  ritorno da una passeggiata, entra nella propria stanza, dove il servo Agostino, dilettante di liuto, lo aspetta con una nuova lettera del fratello Alessandro. Francesco dopo aver colmato il fornellino della pipa di fragrante mezza grana lavato,  la legge e declama la risposta ad Agostino, armato di penna e calamaio, rispondendo punto per punto alla missiva del fratello. Tuttavia divaga, si disperde, interrompe il dettato per lasciarsi andare dove lo portano i flussi del pensiero,ma ….. in fretta, senza perdere tanto tempo, perché deve calare à basso à sentire la prima prova del Carlo Rè d’Alemagna,  che è dello Scarlatti.

Marco Muzzati, il Conte Francesco Zambeccari, Cavallerizzo di corte

Roberto Cascio, il servo Agostino, dilettante di liuto




11 gennaio ore 18.00
Oratorio Santa Cecilia, Bologna


Oy oy celebrem todos
Il ‘600 italiano  alla spagnola
al tempo di  Francisco de Zurbaràn

ACCADEMIA DELLO SPIRITO SANTO
 Dir. Francesco Pinamonti
e



 CAPPELLA MUSICALE SAN GIACOMO MAGGIORE
Daniele Salvatore, Antonio Lorenzoni, flauti; Maria Cleofe Miotti, Mandolino; Fabrizio Lepri, viola da gamba; Monica Paolini, chitarra; Marco Muzzati, percussioni; Roberto Cascio Arciliuto e concertazione

Con la partecipazione straordinaria di
Rita Marchesini
(coreografia sulla Passacaglia)
Roberto Cascio
Il seicento pittorico è comunemente denominato come il secolo del chiaroscuro, delle tinte ombrose e dei bianchi abbaglianti e improvvisi. Distese di nero o squarci luminosi sono intesi non più come  semplici possibilità d’uso della tavolozza dei colori ma come elementi espressivi di un realismo che nel contrasto trova l’ immediato tratto di riconoscimento  del rinnovamento estetico e culturale. In musica questo rinnovamento, oltre che nella ricerca e nell’ introduzione di nuovi strumenti e di nuovi linguaggi (con il conseguente  aggiornamento e adeguamento delle  tecniche e dei luoghi di esecuzione), sperimenta e ricerca diverse soluzioni timbriche.
 Il Cinquecento anche quando considerato nel  culmine della sua evoluzione si ritrova sostanzialmente ordinato nella successione delle quattro, cinque o sei ordinarie  voci, dal basso all’ acuto. Nel seicento tinte e sfumature paiono tanto importanti quanto la materia stessa su cui si applicano: il timbro è tanto importante quanto il composto musicale, il testo o la struttura. Diverse tonalità di colori dipingono le musiche. Significativi esempi si possono cogliere nelle brevi  trascrizioni in proprio (probabilmente affrontate in prima assoluta) di alcuni passaggi vocali  e strumentali della Proserpina  (un ‘opera seria in due tempi, spagnuola -perché espressa in lingua spagnola- che  anche se ufficialmente di anonimo, pare possa essere attribuita ad uno sperimentale e sorprendente Francesco Coppola, successore del Falconiero nel ruolo di maestro della Reale Cappella Musicale napoletana) . Ai due gruppi corali, ordinariamente intesi, in Oy celebrem todos, si contrappone  in Y Todos unidos un coro composto da cinque canti e tre tenori suddiviso in due coppie di soprani ( canti)  scritte su quattro righi anziché due; una insolita coppia di canto e tenore, che cantano in ottava ( il che  fa tanto pensare ai raddoppi di ottava delle corde nei cori mediani del liuto) e in luogo dei bassi, due tenori unisoni che anche in questo caso, sono scritti in due distinti righi anziché, come verrebbe naturale, in uno solo. Nel Solennes jubilos a una serie di brevi recitativi  tra Plutone, Proserpina e altri personaggi si alterna un ripetitivo intervento corale a due canti, alto e tenore ( anche in questo caso, come nel precedente, manca il basso).
Le villanelle a una e più voci  di Andrea Falconieri  e dello spagnolissimo alemanno Kapsberger, presentate in questo concerto, sono scritte per due tenori o due canti e tenore o anche due tenori e basso. In questi casi, non isolati (succede anche nella Sinfonia iniziale, per tre strumenti di canto e basso continuo),  si sancisce l’accantonamento della voce di alto ( l’intonazione mediana del quartetto rinascimentale),  a favore di un contrasto timbrico che di volta in volta si sbilancia verso  toni scuri o luminosi.
Così come Zurbaran deve molta parte della sua formazione artistica  ai grandi pittori italiani,  i migliori compositori italiani omaggiano l’arte musicale ispanica cimentandosi  in  ciaccone, follie e passacaglie (tutti balli di origine iberica). Sigismondo D’India, nel 1608 dedica il suo Terzo Libro di Villanelle stampato a Napoli,  all’Illutriss. Senor Don Vicente Pimentel Capiscol de Valencia  (con tanto di dedica in spagnolo);  mentre il napoletano Andrea Falconiero,  Maestro della Reale Cappella della città dal  1648 al 1656 (anno in cui morì vittima della peste)  nel suo Primo Libro di Canzoni, Sinfonie, Fantasie , Capricci………… del 1650,  dedicato al Gran Prior di Castiglia D. Giovanni d’Austria, intitola molti brani a notabili personaggi della corte spagnola. Da sottolineare anche le curiose composizioni con   riferimento  agli  inferi  tra  cui:  La Battaglia  de  Barabaso  yerno de Satanas,  il Spiritillo Brando,   Bayle de los dichos Diabolos (probabilmente balli in maschera o musiche per particolari  scenografie infernali) .
Il concerto, che vuole essere un omaggio alla grande figura di  Francisco de Zurbaran, nasce dalla collaborazione tra L’Accademia dello Spirito Santo diretta dal maestro Francesco Pinamonti e l’ensemble strumentale della Cappella di San Giacomo Maggiore, concertata da Roberto Cascio.


Anon. ( Francesco Coppola)
Sinfonia
Oy oy celebren todos

Andrea Falconieri
Vezzosetta dalla chioma d’oro
Ciaccona
La Diamantina

Anon. ( Francesco Coppola)
Solennes jubilos


Andrea Falconieri
Soave Melodia e Sua Corrente
E vivere e morire
Folias echa para mi Senora Dona Tarolilla de Carallenos
Occhi rubelli
Brando dicho el Melo

Gio. Girolamo Kapsberger
Alla luce, alla luce
Aure vaghe, aure gioconde
Andrea Falconieri
Aure vaghe, aure gioconde

Battalla de Barabaso yerno de Satanas
Il Spiritillo Brando
Bayle de los dichos diabolos
Corrente dicha La mota, echa por Don Pedro dela Mota
Il Rosso Brando

Sigismondo d’India
Al nascer mio

Andrea Falconieri
Passacalle
(coreografia di Rita Marchesini)

Anon. ( Francesco Coppola)

Y todos unidos


Domenica 5 gennaio 2014 ore 18,00   Oratorio di Santa Cecilia

LA RAPPRESENTAZIONE
DELLA NATIVITÀ DI CHRISTO, FIRENZE 1559

Musiche di fine quattrocento di  I. Dammonis, J. Martini, Ysaac,  P. Hedus, Anon. Dalza, Capirola
Alice Boccafogli, voce e flauti
Antonio Lorenzoni, flauti e cromorno
Maria Cleofe Miotti, liuto
Fabrizio Lepri,viola da gamba
Giovanni Tufano, percussioni
Roberto Cascio, liuto e concertazione

Voci narranti
Donatella Ricceri, Cristina Martini








Cappella Musicale di San Giacomo e
Teatro Antico

Sabato 28 dicembre  ore 21,00
Pinacoteca Nazionale di Bologna, Via Belle Arti
Musiche di fine quattrocento di  I. Dammonis, J. Martini, Ysaac,  P. Hedus, Anon. Dalza, Capirola

Alce Boccafogli, voce e flauti
Antonio Lorenzoni, flauti e cromorno
Maria Cleofe Miotti, liuto
Fabrizio Lepri,viola da gamba
Giovanni Tufano, percussioni
Roberto Cascio, liuto e concertazione

Voci narranti
Donatella Ricceri, Cristina Martini








Comunicato stampa
Oy oy celebrem todos. Con il Seicento italiano alla spagnola, i Concerti del Ridotto celebrano Francisco de Zurbaràn e la mostra che Ferrara Arte gli dedica sino al prossimo 6 gennaio 2014. Il concerto, in programma al Ridotto del Teatro Comunale sabato 7 dicembre alle 17, vedrà impegnata l'Accademia dello Spirito Santo diretta da Francesco Pinamonti con l'apporto strumentale della Cappella Musica di San Giacomo Maggiore, con Roberto Cascio nel ruolo di concertatore.

 Daniele Salvatore e Antonio Lorenzoni flauti, Maria Cleofe Miotti mandolino, Fabrizio Lepri viola da gamba, Monica Paolini chitarra, Marco Muzzati percussioni, e lo stesso Roberto Cascio arciliuto proporranno assieme all'Accademia un impaginato di brani vocali e strumentali in prevalenza incentrato sulle relazioni culturali della Reale Cappella Musicale Napoletana nel primo Seicento. Vi troveranno spazio composizioni di Andrea Falconieri, Giovanni Kapsberger e Sigismondo D'India, accanto ad alcuni passaggi tratti dall'opera seria in lingua spagnola Proserpina di Francesco Coppola, successore di Falconieri nel ruolo di maestro dell'istituzione musicale partenopea. Così come Zurbaran deve molta parte della sua formazione artistica ai grandi pittori italiani, i migliori compositori italiani omaggiano l’arte musicale ispanica cimentandosi in danze di origine iberica: Sigismondo D’India, nel 1608 dedica il suo Terzo Libro di Villanelle stampato a Napoli, a Don Vicente Pimentel Capiscol di Valencia (con tanto di dedica in spagnolo), mentre il napoletano Andrea Falconiero, Maestro della Reale Cappella della città dal 1648 al 1656 (anno in cui morì vittima della peste) intitola molti brani a notabili personaggi della corte spagnola. "Oy oy celebrem todos" è l'espressione che per i compositori italiani tra Cinque e Settecento meglio identifica lo stile "alla spagnola" Il programma di sabato si distinguerà anche per le curiose composizioni con riferimento agli inferi tra cui  La Battaglia de Barabaso yerno de Satanas, Spiritillo Brando, Bayle de los dichos Diabolos, balli in maschera o musiche per particolari scenografie infernali.