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L'Accademia di Musica



Commedia in due atti in prosa
di S.E. il Sig. Marchese Francesco Albergati
Patrizio, e de Quaranta Senatori di Bologna, Ciamberlano, e Generale Aiutante di campo di S.M. il Re di Polonia, Cavaliere del R. Ordine di S. Stanislao, tra i Soci Onorarii dell’Accademia degli Unanimi, l’Applicato


Personaggi ed interpreti
Alberto, Mercante (Gastone Sarti); Aurelio, suo figlio( Luigi Millaci); Vespina, cameriera (Donatella Ricceri); Cecchino, servitore (Marco Muzzati); Aspasia, giovane veneziana (Cristina Martini); Giacometto, suo fratello (Andrea Fusari); Marfisa, donna d’età un po’ avanzata (Silvia Nannetti); Un notaro ( Nerio Bonvicini); una serva (Laura Spimpolo)
un Maestro di Musica ( Nerio Bonvicini) 

Musiche di scena eseguite dalla
Cappella Musicale di San Giacomo
- dalla raccolta di Filippo Dalla Casa, Suonate di Celebri Auttori  (1811)…: Primo e Terzo mov. dal Concerto a mandolino e Basso dell’Arciliuto di Giuseppe Vaccari; Primo e Terzo mov. dal Concerto a mandolino e Basso dell’Arciliuto di Lodovico Fontanelli.
- Martone il matto e La mia dama par ferita di Carlo Cossoni ( 1669)
-Che cosa è amore di Pirro Capacelli Albergati (1691).
- State attenti miei signori, dal fondo Malvezzi dell’Archivio di Stato di Bologna ( sec XVIII).
-Primo movimento del Concerto in Re maggiore  per mandolino, archi e basso continuo di A. Vivaldi
Barbara Vignudelli, Gastone Sarti e Andrea Fusari, voci; Cleofe Miotti, mandolino;Monica Paolini, chitarra;Roberto Cascio, liuto

Regia di
Virgilio Bianconi

Scenografie e Costumi
Marino Bortolotti, Luca Greselin

Realizzazione Costumi
Maria Castelvetri

Un progetto di Roberto Cascio

Trama

La scena si finge in Bologna. Qui vive Alberto Astolfi, mercante e banchiere d’età matura, indiavolato per tutte le donne. Ha un figlio, Aurelio, che vive in Venezia, a cui fa avere quello che può bastargli , ma che non vuole rivedere per via di un suo legame d’amore con una donna …. di poche fortune. Aurelio infatti è innamorato di Aspasia, una giovane veneziana, bella, onesta e civile ; vorrebbe sposarla ma non senza il consentimento del padre. Aurelio non sa come far accettare al padre la sua  Aspasia. Tornato nottetempo a Bologna, disperato, richiede l’aiuto dell’ antica serva di casa, la scaltra Vespina. Con la complicità recalcitrante di Cecchino ( il servo di casa, l’innamorato pazzo geloso di Vespina), organizzano l’inganno. E’ mattino, Alberto si alza e senza perdere troppo tempo comincia a insidiare amorosamente Vespina per convincerla a sposarlo. Ma, appena il servo Cecchino, annuncia l’ arrivo di una giovane .. in compagna di un giovinotto, subito dimentica le proposte di matrimonio alla serva  e, eccitato per l’inaspettata visita si prepara a ricevere gli ospiti rassettandosi l’abito da camera (… subito s’ingalluzza, vecchio matto, dirà compiaciuta e sottovoce, Vespina).  

La giovane è Aspasia che sotto mentite spoglie,  (in compagnia di suo fratello Giacometto,  invaso da una irrefrenabile passione per il canto), con ambigui ammiccamenti ed equivoche parole fa credere ad Alberto  che potrà essere la sua sposa, a patto che perdoni e accetti di nuovo in casa il figlio Aurelio, il quale a sua volta , con giuramento solenne, si impegnerà a non sposare mai altra donna che non piacesse al padre. Tutto viene stabilito in una lettera che Alberto dovrà consegnare la sera stessa ad Aspasia durante  una academietta privata di musica, a cui partecipa solo che chi sona, e chi canta  (alla quale il vecchio mercante e banchiere, cantando la canzonetta del topo d’Esopo, è riuscito di  farsi invitare). Una volta ricevuta la lettera Aspasia penserà a farla recapitare al signor Aurelio, in Venezia.

E’ fatta. La sera, durante la festa, Aurelio , poco dopo che il padre Alberto ha consegnato lo scritto ad Aspasia,  si presenta con la lettera in mano. Alberto, sorpreso,  intende tutto l’inganno, la finzione, la cabala,  ma secondo i patti stabiliti, non può rifiutare al figlio il consenso al matrimonio con  Aspasia, che a lui era tanto piaciuta. Subito cerca di rifarsi con la serva ma nel frattempo, l’accorta Vespina si è sposata con Cecchino.  Lo sconsolato Alberto tuttavia non resterà solo. La signora  Marfisa Muffa, fiorentina, da lui improvvisamente abbandonata qualche tempo prima, nonostante una promessa scritta di matrimonio, arriva in compagnia di un notaio. Alberto, rassegnato, non potendo rifiutarsi di onorare il suo impegno si legherà alla Marfisa, non prima però  di avere per un’ultima volta tentato di agguantare nel ballo finale, le mani di una graziosa cameriera.



Una brillante commedia scritta (nell’epoca in cui i cicisbei incipriati ed i suoi galanti abati, discutevano i pregi di un madrigale o della  più sapiente collocazione dei nei sulla guancia di una bella dama),  da un discepolo e amico di Carlo Goldoni: Francesco Albergati, bolognese, della nobile famiglia degli Albergati Capacelli.
Francesco, poi soprannominato il Moliere bolognese, fu  amico di Voltaire e dell’Alfieri e nemico del Casanova ( con il quale pare che volentieri litigasse in lingua francese). Fin da giovanissimo frequentò i palcoscenici prima come attore e poi come scrittore comico. Il teatro che fece allestire nel suo Palazzo di Zola (capace di ospitare un pubblico di oltre trecento persone), divenne famoso in tutta Europa.

La caratterizzazione,  la vivacità e l’ arguzia dei personaggi e la particolarità delle ambientazioni (le prime scene sono a lume di candela, l’ultima in una sala da concerti), fanno de  L’ Accademia di Musica  un testo originale e divertente.

Il cast degli attori è in buona parte composto da attori musicisti ( così come il testo della commedia richiede). Tutti provengono dal nucleo di artisti che gravitano attorno alla chiesa e al convento di San Giacomo Maggiore di Bologna, nel cui ambito sono nati La Cappella Musicale di San Giacomo Maggiore e il Teatro Antico di San Giacomo Maggiore. Entrambi i soggetti rivolgono la propria attività alla riedizione in veste filologica di testi esclusivamente scritti tra 500 e 700. Costumi e musiche sono copie di originali. ll testo, inedito, trascritto in proprio, è parte della Biblioteca Universitaria di Bologna.