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Monica Paolini


Diplomatasi in chitarra classica sotto la guida di Armando MARROSU, segue i
corsi di perfezionamento del Maestro spagnolo Alberto PONCE all'Ecole Normale
de Musique "A.Cortot" di Parigi, dove consegue il "Diplome Supérieur
d'Exécution" ed il prestigioso "Diplome Supérieur de Concertisme".
Approfondisce lo studio del repertorio rinascimentale e barocco con Javier
HINOJOSA e più tardi con Rolf LISLEVAND, su strumenti originali, alla
Musikhochschule di Trossingen, in Germania.
Come solista ed in qualità di membro del Quartetto di Chitarre Opera Nova ha
suonato in svariate sedi europee, mentre attualmente collabora con La Cappella
Musicale di San Giacomo e l’Ensemble Cinquecori.
Premiata in diversi Concorsi (tra cui: I° premio al Concorso Internazionale "Ville
de Carpentras", Francia, I° premio al "Certamen Internacional Francisco Tarrega"
di Benicàsim, in Spagna, 2° premio al Concorso Internazionale "Città di
Alessandria”), è docente di chitarra presso il Conservatorio “F.Venezze” di Rovigo.

Maria Carla Curia


Nata a Cosenza, conduce i suoi studi a Bologna, diplomandosi in Canto presso il Conservatorio di Musica “G.B.Martini”e laureandosi in D.A.M.S. con una tesi  in Filosofia della musica dal titolo Il « Traité de la voix » nell’Harmonie universelle di Padre Mersenne.

Dal 1998 al 2000 collabora come solista con il’”Symphonia Ensemble” eseguendo il Magnificat di Bach,  Laudate Pueri RV 602  e  Lauda Jerusalem di Vivaldi.

Dal 2000 al 2002 collabora come solista  con l’ensemble “Il Ruggiero” diretto da E. Marcante debuttando con successo   Amore e Melanto ne Il ritorno di Ulisse in patria di Claudio Monteverdi (2000, Italia, Francia, Germania, Stati Uniti e Canada); Ismaele in Agar e Ismaele  esiliati in Egitto di A. Scarlatti (2001, Bologna, Oratorio dei Filippini); David in  Davidis Pugna et Victoria di A. Scarlatti (2001 ,”Festival Scarlatti” organizzato dalla Fondazione Teatro Massimo di Palermo);  Venere ne Il Ballo delle Ingrate di Claudio Monteverdi (2001, Canada). Con l’Ensemble “Il Ruggiero”, oltre ad altri numerosi concerti,  partecipa al progetto “Da Monteverdi a Verdi” interpretando musica di Monteverdi e Verdi in importanti sale da concerto e teatri di  Stati Uniti e Canada. Allo stesso periodo risale la partecipazione al  Vapensieroday  in streaming mondiale  da New York (2001).

Nel 2003 debutta il ruolo di Cannetella ne Lo Matremmonio annascuso di L. Leo nel corso del “Sassuolo Musica Festival” con  Orchestra “Toscanini” di Parma sotto la direzione del M°. Alessandro D’Agostini, e la regia  M° Giorgio Napolitano.

Nel 2004 esegue lo Stabat Mater di Rossini, con l’Orchestra “Toscanini”, sotto la direzione del M° Romano Gandolfi (Busseto, Chiesa della Collegiata di S.Bartolomeo e Lugo,  Teatro Rossini).

Tra il  2004 e il 2006 partecipa alle prime esecuzioni in assoluto delle opere del M° M. Agostini Mandragola (Palazzo Alidosi, Castel del Rio, 2005), e L’angelo di gesso (Barga, teatro dei Differenti; Olanda, Den Haag, Teatro Pierrot, 2005;   ridotto del Teatro Verdi di Pisa, 2006).

Nel 2006 il debutta nel ruolo di Musetta nella Bohème di Puccini sotto la direzione del M.° Paolo Candido e  la regia del M° Paolo Miccichè  (Orvieto, Teatro Mancinelli, 2006).

Nel 2007 è ospite all’”Amiata Piano Festival” con un concerto dedicato alle cantate italiane del Settecento.

Dal 2007  collabora come solista con la capella musicale di Santa Maria dei Servi di Bologna con cui esegue Gloria RV 610, Nulla in mundo pax sincera di Vivaldi,  Missa Brevis in  D, Vesperae Solemnes de Confessore e Kronungs Messe di Mozart  (2007), Messa in Si minore di Bach (2008), NelsonMesse di Haydn (2009).

Nel febbraio 2008 debutta come  Clorinda ne La Cenerentola di Rossini presso il  teatro Lirico Sperimentale di Spoleto sotto la direzione del M° Giuseppe La Malfa e la regia del M°. Alessio Pizzech..  Nel giugno dello stesso anno lo spettacolo viene replicato in Giappone e in settembre nei teatri dell’Umbria.


Nel maggio 2008 (con repliche anche in aprile- maggio 2009) presso il Piccolo Teatro Regio Puccini di Torino interpreta  Clorinda in Cenerentola, ovvero Angelina e la magia del cuore, Melodramma giocoso liberamente ispirato a La Cenerentola di Gioachino Rossini. Allestimento Fondazione Teatro Regio Torino, regia di Roberta Cortese e direzione del M.°Carlo Pavese.

Ancora nell’agosto del 2008 è ospite della “Sagra Musicale  Malatestiana- ciclo BWV Bach” con lo spettacolo “Frau Bach” nell’ambito del quale esegue arie tratte dall’Album di Anna Magdalena Bach.

Nell’aprile 2009 esegue la IX Sinfonia di Beethoven con l’orchestra “Maderna” di Cesena .

In Ottobre-Novembre 2009 è Clorinda presso il Teatro Verdi di Sassari (Ente Marialisa De Carolis) nel nuovo allestimento de La Cenerentola di Rossini con la regia di G. Marras e la direzione musicale del M°Stefano Vignati.

Nel maggio 2010 vince il “IV Concorso Silvano Pagliuca” aggiudicandosi il ruolo di Giulietta in “I Capuleti e i Montecchi” di V. Bellini che andrà in scena nell’ambito del Sannio Opera Festival”.

A Novembre 2010 è Berta ne “Il Barbiere di Siviglia” presso il teatro Verdi di Sassari sotto la direzione del M° S. Alapont e la regia di Marco Carniti.


Nel 2011 inizia la  sua collaborazione con l’ ensemble Cappella Musicale di San Giacomo Maggiore di Bologna  con cui affronta,  nella prima esecuzione moderna., musica del XVII- XVIII secolo. Di rilevante importanza il lavoro di  registrazione di alcuni salmi e oratori di Ippolito Ghezzi di prossima pubblicazione.
Nello stesso anno registra per Centaurus Music il ruolo di Faustina del Marc’Aurelio di Agostino Steffani .
Nel 2012 con l’orchestra “Città di Ferrara” sotto la direzione del M°.L. Bizzarri esegue  Stabat Mater di Rossini,  Vesperae solemnes de Confessore e Messa dell’ Incoronazione di Mozart



Discografia :

  • Alessandro Scarlatti (1660 - 1725). Cantate a Voce Sola per Soprano e Basso Continuo”
    (Centaurus Music Music, 2001)  
  • Agostino Steffani (1654 - 1728):Cantate a una e due voci - Parte seconda" 
    (Centaurus Music, 2002)  
  • Albert Roussel (1869 - 1937): Poèmes Chinois - Odes anacréontiques - Deux idylles.
    Georges Bizet (1838 - 1875) Feuilles d'album"(Centaurus Music, 2003)
  • Agostino Steffani (1654 - 1728):Alarico il Baltha, cioè l'Audace, Rè dei Gothi
             (Centaurus Music 2004- ripubblicato da Concerto nel 2009)
  • Alessandro Stradella: Già languiva la notte. Cantate vol.I (Centaurus Music,2007)
  • Alessandro Stradella: Giù le spade nemiche. Cantate vol.II(Centaurus Music, 2009)
  • G.M. Bononcini: Arde il mio petto amante-Cantate(Centaurus Music, 2010)
  • Agostino Steffani:  la Corte e la Filosofia: arie da Marc’Aurelio(Centaurus Music, 2012)


Enrico Corli


Nato nel 1989 e residente a Ferrara, ha iniziato lo studio del violoncello a 5 anni,
diplomandosi nella sua città nel 2009 col massimo dei voti al Conservatorio „G.
Frescobaldi“, perfezionandosi nel contempo con Enrico Bronzi (Fondazione S. Cecilia di
Portogruaro) e Luca Bellentani.
Dopo aver frequentato il Corso di Biennio al Conservatorio di Rovigo con Luca
Simoncini, dal 2009 ha studiato presso l’Accademia di Imola con Giovanni Gnocchi e
Stefano Cerrato e segue le Masterclass di alcuni dei più noti violoncellisti e didatti di oggi,
tra i quali Rocco Filippini (Fondazione „Stauffer“ di Cremona), Troels Svane („Cervo
Sommer Akademie“) e Antonio Meneses („Accademia Chigiana“ di Siena). Ora studia
presso L'Universitat Mozarteum Salzburg sotto la guida di Giovanni Gnocchi.
Significativi sono stati anche i confronti con Hiroyuki Kanaki (Primo Violoncello della
Tokio Symphony Orchestra) e Yves Savary (Solo-Cellist della Bayerische StaatsOper).
Al tempo stesso Enrico ha sempre coltivato l’intersse e la pratica dell’esecuzione
filologica su strumenti originali, per la quale ha studiato e suonato con alcuni tra i più
quotati musicisti italiani competenti nel settore Enrico Casazza, Stefano Veggetti, Marco
Frezzato e Rodney Prada.
Già da studente si è esibito in numerosi concerti cameristici e solistici in Italia, presso il
Teatro Comunale di Ferrara, la rassegna Cremona Liuteria in Festival, San Giacomo Festival
di Bologna, Festival Alto Livenza, Estate Musicale di Portogruaro, Estate Musicale Frentana
di Lanciano, Festival Anima Mundi di Pisa (direzione artistica di J. E. Gardiner).
Recentemente Enrico si è affermato con successo al Concorso Internazionale Agimus –
Città di Padova (4° Premio, 2011), e al Concorso Internazionale "Val Tidone“(2° Premio,
2011), Concorso Internazionale "Città di Riccione (1° Premio, 2012, musica da camera).
Risulta anche vincitore nell’ultimo anno di 3 idoneità in audizioni internazionali presso
l’ORT-Orchestra della Toscana di Firenze, presso la Fondazione Orchestra Sinfonica
Abruzzese, e presso l'Orchestra dell'Arena di Verona, a cui si aggiungono le 2 segnalazioni
ricevute presso l’Orchestra Verdi di Milano e l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento.
Dopo aver già collaborato con l’Orchestra Città di Ferrara e l’Orchestra dei Giovanni
Europei, Enrico dal 2010 ha collaborato regolarmente con l’Orchestra Haydn di Bolzano e
Trento sotto la direzione di G. Kuhn, D Kawka, G. Ràth e recentemente ha suonato anche
nei progetti dell’ORT-Orchestra della Toscana di Firenze, dell’orchestra tedesca SWRsüdwestrundfunk
e dell'Orchestra del Teatro Regio di Parma. Ultimamente ha preso parte
all'ultima stagione lirica della Fondazione Arena di Verona.
Ha registrato, inoltre, per l'etichetta Tactus e Radio Vaticana.
Enrico Corli suona un violoncello Sante Allegri del 1978 con un arco V. Gavioli.

Nerio Bonvicini



Inizia l’attività teatrale sotto la guida del’attore-regista Giuseppe Cerrone presso il teatro “Sipario club”.

Anno 2004
            lettura da testo su strage di Bologna                   teatro Sipario Club, BO

Anno 2005
            “L’uomo dal fiore in bocca” (da Pirandello)         teatro Dehon, BO

            “Il sogno del corpo” (da Giorgio Celli)                teatro Arena del sole,  BO


Anno 2006
            lettura da testo per la giornata della memoria         teatro Sipario Club, BO

            “La giara” e “La casa degli spiriti” (da Pirandello)  teatro Dehon, BO

            lettura corale di testi                                           casa dell’Angelo, BO

Anno 2008 
          voce recitante nel concerto: “Danze dal ‘500 ad oggi”     Villa Mazzacurati,  BO

            voce recitante nel concerto:   “Il barocco in Italia”       Auditorium ex-chiesa  (nell’ambito delle manifestazioni per i 150 di Puccini)    S.Giovanni   LU                                                                                                                 

                                       
            “Santa Giovanna dei boschi” (da Giorgio Celli)          teatro G. Verdi, Porotto FE                                                                                                            
                                       

            letture da brani di G. Celli             libreria Feltrinelli, BO                                

Anno 2009 
            “io e l’A”   (di Pardo Mariani)                                 teatro Dehon, BO

            “Rappresentazione di S. Cecilia” (di Antonio Spezzani)        Oratorio S. Cecilia, BO

Anno 2010 
            “ I Fisici”  (di Friedrich Dürrenmatt)     teatro ITC S.Lazzaro, (BO)

           “Effetto Farfalla” (di Federico Cristiani)  teatro  Alemanni,   BO

Anno 2011 
            “Ettore”  (di Franco Lombardo)   teatro Dehon,  BO

            “Accademia di musica” (Marchese Aldrovandi Mazzacurati)      teatro Italia Castenaso,(BO)

            “Il condominio”  (Federico Cristiani)          teatro  Aldini-Valeriani, BO  
                                                                    
Anno 2012
          “Il pomo della discordia” (di Pardo Mariani)                         teatro Dehon,  BO

            “ Le convulsioni”  (Marchese Aldrovandi Mazzacurati)        teatro Accademia Belle Arti BO 



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Dal  2005 al 2011:  presentatore e voce recitante della rassegna:             basilica di S.Francesco, BO
                            “Musica in Basilica”

Maria Cleofe Miotti


Maria Cleofe Miotti si è diplomata in mandolino al Conservatorio “Pollini” di Padova, dove ha studiato col M° Ugo Orlandi, e ha partecipato a vari corsi di perfezionamento a Chiusi della Verna (Ar), Brescia e Venezia, alla Fondazione G.Cini.
Ha preso parte ai concerti tenuti dall’Orchestra a Plettro Italiana e dall’Orchestra a Plettro dell’Emilia Romagna  in occasione di manifestazioni di carattere nazionale e svolge attività concertistica con vari ensemble di strumenti a plettro.
 Suona in duo con la chitarra e con l’arpa, in quartetto e, come mandolino solista, in varie formazioni cameristiche italiane fra cui i Solisti Veneti, partecipando a concerti e tournée in Italia e all’estero (Canada, Asia, Portogallo, Austria, Svizzera, Brasile, ecc.); dal 1995  collabora con l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, del Teatro Comunale di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Ferrara, Firenze.
Ha inciso alcuni CD con vari ensemble barocchi, con il Quintetto  a Plettro “Calace”, ha collaborato con l’Accademia Farnese e Cecilia Gasdia alla  registrazione delle “Cantate a soprano” di Vivaldi, per l’etichetta Mondo Musica. Ha inciso con il chitarrista Gianni Landroni e il soprano Laura Manzoni un CD di melodie natalizie.
Dal 1999 segue la preparazione musicale di due orchestre a plettro, I Mandolinisti di Parma e i Mandolinisti di Bologna, con le quali ha realizzato numerosi concerti in qualità di primo mandolino e direttore d’orchestra.
Laureata in Lettere moderne all’Università degli Studi di Padova  con una tesi sui trattati musicali e l’iconografia del mandolino, si dedica anche alla stesura di articoli e saggi e ha preso parte a varie conferenze; nel 2006 ha conseguito il diploma accademico di II livello in discipline musicali presso il Conservatorio “Pollini di Padova”. Nel 2011 si è laureata in psicologia all’Università di Padova.
Attualmente è docente di mandolino al Conservatorio “Piccinni” di Bari ed è curatrice, per le edizioni  musicali Curci di Milano, della collana Maurri dedicata al mandolino e agli strumenti a plettro

Alessandra Masini


Laureata  in Scienze della Comunicazione e in Comunicazione nelle Imprese e Organizzazioni internazionali. 

La sua esperienza  spazia dal repertorio vocale antico ed operistico sino alla musica contemporanea: ha collaborato con Coro Euridice di Bologna, Coro da Camera di Bologna, Accademia dei Galanti, Coro Arcae Musicae esibendosi con artisti del calibro di Mike Patton,  Max Gazzé e Kronos Quartet. 

Ha inciso gli album Missa Pro Defunctis op. 30 di Marco Enrico Bossi,  Allelujah Nativitas (Tactus 2006), nonché l’inedito Terzo Libro dei Madrigali (1586) di Camillo Cortellini (Tactus, 2009).
Ha preso parte a masterclass, in particolare con Gian Paolo Fagotto, Alida Oliva, Lavinia Bertotti, Gloria Banditelli e Sara Mingardo e ha studiato prassi e semiologia del canto gregoriano sotto la guida di Bruna Caruso e Nino Albarosa. In scena si è distinta in ruoli rossiniani, dalla Berta del Barbierie di Siviglia per il Bologna Festival in collaborazione con il Conservatorio “G. B. Martini” di Bologna, da Clarina nella Cambiale di Matrimonio, presso il teatro del Circolo Culturale Lirico Bolognese, a Tisbe nella Cenerentola presso il “Teatro Rossini” di Lugo. Sempre nello stesso teatro ha debuttato a dicembre 2012 il ruolo di Clotilde nella Norma di Bellini. In qualità di corista, ha partecipato ad importanti rassegne, da Musica Insieme alla Sagra Musicale Malatestiana – partecipando peraltro all'allestimento dell'Opera da tre soldi di Kurt Weill con l’Ensemble Modern di Francoforte e la voce recitante di Marco Paolini – dall’Estate Fiesolana,  fino ad Angelica Festival – con l'esecuzione delle opere corali di Giacinto Scelsi – e al Festival Altro Suono di Modena, dove ha intepretato e inciso in prima mondiale l'opera contemporanea Cantus Circaeus di Eyvind Kang sotto la direzione di Aldo Sisillo (Atlantis, Ipecac, 2007). Ha vinto il concorso indetto dai teatri di Pisa, Lucca e Livorno per L.T.L. Operastudio e nel 2013 debutterà nell’opera Napoli Milionaria di Nino Rota presso i teatri di Pisa, Lucca e Livorno. Attualmente si sta perfezionando in canto lirico sotto la guida del mezzosoprano Anna Di Gennaro.

Angela Albanese


Angela Albanese ha conseguito nel 1984 la laurea in  Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo presso l’Università di Bologna.
Si è dedicata allo studio del canto con Cristina Miatello e Candace Smith.  Ha partecipato a numerosi concerti in Italia e all’estero, con formazioni diverse tra cui il Collegium Musicum dell’Università di Bologna, il Madrigaletto dell’Università  di Bologna, l’ensemble Musica in Camera, i gruppi femminili da camera Kalicantus, Nym e Cappella Artemisia, con cui ha inciso un CD nel 1994.

Ha collaborato con la Soprintendenza ai Beni Librari della Regione Emilia Romagna, realizzando l’inventariazione del patrimonio bibliografico dell’Accademia Filarmonica di Bologna, e collaborando alla ricognizione dei fondi musicali storici delle biblioteche della Regione.

Si è dedicata allo studio della viola da gamba, in particolare con Patxi Montero.               Ha preso parte alle attività concertistiche di diverse formazioni, tra cui il Complesso Rinascimentale del Conservatorio di Ferrara , gli ensemble Arti Fiorenti e Il bel Humore  di Bologna.

Con la Cappella Musicale S.Giacomo Maggiore di Bologna ha inciso nel 2009 il CD Pinxit.
Svolge attività didattica e direzione di coro con i ragazzi delle scuole Elementari e Medie.

 Il settecento fantastico.

L’ORACOLO.
SELVAGGIA E DAMETA E …LA MADAMA DEL INCHIOSTRO




Una farsa del signor Saint Foix nella traduzione inedita dell’Ab. Melchiorre Cesarotti
e un inedito intermezzo musicale di anonimo per alto, basso, strumenti e basso continuo.

L'Oracolo; Selvaggia e Dameta


 Il settecento fantastico.

L’ORACOLO.
SELVAGGIA E DAMETA E …LA MADAMA DEL INCHIOSTRO




Una farsa del signor Saint Foix nella traduzione inedita dell’Ab. Melchiorre Cesarotti
e un inedito intermezzo musicale di anonimo per alto, basso, strumenti e basso continuo.

Rappresentazione di Santa Cecilia (video backstage)






RAPPRESENTAZIONE DI S. CECILIA
DI ANTONIO SPEZZANI
Rappresentata nella Confraternità di S.
MARIA dalla Neve, detta il Confa-
lone di Bologna, & nel Mo-
nasterio di S. Proco-
lo, quest’anno
1581
I N  B O L O G N A,
Nella Stamperia di Gio. Rossi.1581
Con licentia delli Superiori




Personaggi e interpreti in ordine di apparizione

Cecilia                                   
Valeriano                             
Eleuterio                               
Teodora                                
Urbano                                             
Venerabile Vecchio             
Angelo                                  
Tiburzio                    
Almachio, Prefetto              
Massimo, Capitano             
Pluto                                     
Megera                                 
Aletto                                    
Tesifone                                
Alessandro Imperatore       


Revisione del testo e coordinamento: Roberto Cascio








Tra gli atti

Musiche di maestri di scuola romana di fine ‘500. Cappella Musicale di San Giacomo Maggiore



Atto primo
Timorosa, Cecilia confessa a Valeriano, suo promesso sposo, di  aver consacrato a Cristo, a cui ha fatto dono di perpetua e casta verginità,  il proprio corpo e la propria anima.  Valeriano, confuso, incredulo, stupito, cerca di distogliere l’amata da questa pericolosa   frenesia. Alle appassionate parole di Valeriano la giovane Cecilia , ferma  quale antica e ben nodosa quercia, non solo difende con tenacia le sue convinzioni ma induce Valeriano ad incontrarsi con chi possa insegnargli la fede del tanto amato Cristo: Urbano. Uomo d’età matura e di nobile d’aspetto vive, bandito dall’Impero,  tra le spelonche e le cavernose grotte, che si trovano fuori Roma il terzo d’un miglio.  Valeriano, accondiscendendo più per amore che per convinzione, va alla ricerca del vecchio. Urbano vedendolo arrivare teme sia qualche sicario dell’Impero venuto a prenderlo per portarlo in una città non ancor sazia di sangue nè di tante membra sparse per la fede di Cristo. Tremebondo, Urbano risponde alle domande dello sconosciuto ma, appena questi fa voce che è mandato da una serva di Cristo di nome Cecilia,  rinvigorisce e spiega al figliolo, con amore ed entusiasmo, i principi della fede. Un angelo di Dio, sotto le sembianze di un venerabile vecchio,  porta dall’empireo cielo e porge a Valeriano, i sacri dogmi…incisi ..in puro e celeste oro.


Atto secondo
Cecilia attende con ansia il ritorno del suo amato. L’ Angelo, come giovane bello e leggiadro, appare alla sposa e le confida che il suo fedel consorte è divenuto grato al suo Signore. Sopraggiunge Valeriano ma, non già qual era prima. L’Angelo lo accoglie. Fa avvicinare a sè i due giovani e li incorona di profumate ghirlande di rose e gigli. A lui chiede ancora di esprimere un desiderio perché Dio vuole concedere un’altra grazia al nuovo servo di Cristo. Valeriano desidera che anche suo fratello Tiburzio sia illuminato e acceso dal divino raggio. Al commiato dell’Angelo, quanto richiesto  è già avvenuto e mentre i giovani sposi ritornano, felici di essere di nuovo uniti in un unico destino, incontrano uno stordito Tiburzio. Un amorevole colloquio,  dapprima giocoso e scherzoso si tramuta in una congiunta e appassionata lode a Dio, tanto che il giovane fratello, impressionato, chiede con fede il battesimo. Il fratello, felice, lo conduce da Urbano.




Atto terzo
Siamo nelle stanze del palazzo imperiale. Almacchio,  il Prefetto e Massimo, suo Capitano, discutono con sprezzante ironia della stoltezza dei cristiani che condotti a patir strazi e morti, par che vadano a trionfi, alle nozze e ai conviti e che il loro unico scopo, quasi spreggiando il bello vivere di questo mondo, non sia altro che l’uscir di vita. Il Senato di Roma, riunitosi, decide di inasprire la caccia alla scellerata setta dei cristiani e di fare esemplari vendette dei loro oltraggi. Valeriano e Tiburzio, non sapendo di essere già sospettati e ricercati, di ritorno da Urbano vengono riconosciuti , catturati e condotti dal Prefetto. Almacchio  ascolta con fastidio le parole che i due fratelli, per lui affascinati da qualche spirito scellerato, gli rivolgono. Di fronte alla loro pertinacia,  dileggiando il potere di Cristo, sentenzia che ai  due ribelli venga tagliato il capo e che i loro corpi rimangano insepolti.

Atto quarto
Pluto, il Demonio, l’Imperatore dei Regni Stigi, chiama a sé le Furie infernali, le sue fedeli ancelle: Megera, Tesifone  e Aletho. Odia Cecilia, codarda e vile umana creatura colpevole non solo di essere uscita fuor dal suo gregge ma ancora di togliere altre anime alla sua servitù.  Adirato da tale oltraggio, Pluto, ordina alle Furie che il cuore di Alessandro Imperatore sia riempito d’ira, d’odio e di furore verso tutti coloro che oseranno unirsi nella fede di Cristo. Cecilia, intanto, turbata, aspetta con ansia il ritorno degli amati fratelli ma, Teodora ed Eleuterio  le daranno, commossi,  la triste notizia. I corpi di Tiburzio e Valeriano,  giacciono senza vita e insepolti. La sposa, affranta dal dolore e impietosita decide, nonostante le gravi pene che un editto imperiale dispone per chi dà sepoltura ai corpi dei cristiani, di seppellire quei santi e sacri corpi, degni d’ogni onore.


Atto quinto
E’ il momento della cattura e del processo a Cecilia. Accusata di aver tumulato i  corpi dei due fratelli, viene condotta davanti ad un Imperatore invasato e preda del maleficio. Cecilia subisce gli assalti, le tentazioni e le crudeli e spaventose minacce che il maligno Pluto, per il mezzo di Alessandro, adopera.   Almacchio, spietato e compiaciuto esecutore, escogiterà,  (per un verdetto che già era stato emesso nelle cavità infernali), una crudelissima pena: Cecilia deve essere immersa nelle acque bollenti di un grande vaso. Ma, le acque infuocate si trasformano in un bagno soave e delicato. Almacchio  ordina dunque che all’iniqua Maga venga tagliato il scellerato capo. I tre colpi inferti al collo non bastano ancora ad ucciderla. L’Angelo, veloce,  appare ad Urbano e lo sollecita ad andare subito al capezzale della dolce Cecilia, prima che l’anima abbandoni il venerando corpo. Con la benedizione del Nunzio Celeste a Urbano e ai due fedeli servi, (che si affrettano verso Cecilia) si chiude l’opera. La morte di Cecilia nella Rappresentazione non c’è, c’è invece una morte che non si consuma, che non arriva, nonostante tutto, a decretare l’inevitabile fine della vita terrena; quasi un’ allegoria  ad una vita superiore che, come dicono le ultime parole di Cecilia,  mai finisce.

Roberto Cascio.

Le Porrettane, novelle e musica (audio in Ascoltaci)



Le Porrettane
di Sabadino degli Arienti.
…. Qui fermatisi, discreti servi stendevano con cura tappeti di Cipro sui quali ognuno prendeva posto a sedere fraternamente, per fuggire l'ozio e il dormire diurno, cosa pericolosa per chi assume l'acqua di Porretta; e cominciavano a chi meglio narrare sapeva, piacevoli e aspri casi d'amore e altri avvenimenti, accaduti sia nei moderni tempi come ne gli antichi, finchè il sole non tramontava e l'aria si faceva fresca.


LA SERVA PADRONA
INTERMEZZO IN DUE ATTI DI G.B. PERGOLESI
in forma scenica
Maria Carla Curia, Cesare Lana e Marco Muzzati.

Nel ‘700 capitava di imbattersi in personaggi che avevano mutato il patronimico. Giovan Battista, per volontà del padre, assunse il cognome  di Pergolesi, in onore della cittadina natale nelle Marche, abbandonando  quello di Draghi. Trasferitosi a Napoli, città europea, ricca e sviluppata, culla della più importante scuola operistica del tempo, fu allievo dei maestri Greco e Durante. Cominciò da subito a comporre musica d’opera e nel 1732, a 22 anni, riscosse un caloroso successo per la sua opera in lingua napoletana: Lo frate ‘nnamurato. Nel 1733 l’intermezzo La Serva Padrona, inserito tra gli atti dell’opera seria Il prigionier superbo, superò enormemente il successo dell’opera principale, divenendo subito famoso  in tutta Europa e gettando le basi per quella che sarà l’opera buffa.







Il Filosofo Anselmo e Lesbina di Lorenzo Gibelli


Lorenzo Maria Petronio Gibelli,o Gibellone dalle belle Fughe, ( come dall’intestazione di un suo ritratto), fu importante personaggio di quella Bologna musicale brulicante di teatri che, in pieno settecento, sostenuta anche dai mecenatismi e dalle passioni di alcune importanti nobili famiglie, come gli Albergati, i Pepoli, i Malvezzi e i Zambeccari, si muoveva sulle orme di Padre Martini. Nato il 24 novembre del 1718, morì il 5 dello stesso mese del 1812. 

Le Convulsioni, atto unico di Francesco Albergati


Commedia in prosa di un atto solo
di Francesco Albergati ( Bologna, 1728-1804)

Con
Cristina Martini,Marco Muzzati, Roberto Cascio Luigi Millaci,Donatella Ricceri,
Andrea Fusari, Nerio Bonvicini, Gastone Sarti

Regia
Marco Muzzati


Di Francesco Albergati, il Moliere bolognese, una brillante commedia in un solo atto sebbene , per l’abbondanza della materia,  si sarebbe potuto scrivere un poema di dodici canti almeno.  Le Convulsioni  o per meglio dire,  le  alterazioni smaniose e loquaci di un mondo femminile  preda delle galanterie di cicisbei  e adulatori.  Ugo Foscolo, dirà dei cicisbei….. erano e sono né amanti, né amici, nè servi, né mariti: bensì individui mirabilmente composti di virtù negative.

Le poche situazioni che ne offro , precisa  Francesco Albergati  non sono inventate ma da me stesso furono più volte mirate e derise …e fu per questo forse , che l’ operina  suscitò grande scandalo e ne fu persino vietata la rappresentazione.

Ma si disse anche:  …la finezza della commediuola dell’A., consiste piuttosto nel considerare le convulsioni non soltanto come volgare finzione femminile, ma altresì come fenomeno parziale di quella nevralgia generale, che attizzata continuamente dai libri francesi, agitava le viscere di una società frolla, disfatta e più disposta quindi agli assalti di tale infermità……

Spettacoli


Circa quel musico…..
Lettere e racconti di un Cavallerizzo.

Atto Unico

Presentazione e introduzione

Una piccola commedia (un attore, una comparsa, un atto unico),  scritta con le parole delle lettere che il Conte Francesco Maria Zambeccari, da Napoli,  spedì al fratello  Alessandro, a Bologna. Francesco,  dal 10 luglio 1708 è a Palazzo Reale, ..............

Circa quel musico .......


Circa quel musico…..
Lettere e racconti di un Cavallerizzo.

Atto Unico

Presentazione e introduzione

Una piccola commedia (un attore, una comparsa, un atto unico),  scritta con le parole delle lettere che il Conte Francesco Maria Zambeccari, da Napoli,  spedì al fratello  Alessandro, a Bologna. Francesco,  dal 10 luglio 1708 è a Palazzo Reale, .............

Virgilio Bianconi


Deve la sua formazione teatrale negli anni ‘80 al gruppo teatrale CRE-CULT diretto dall’attore veneziano Franco Bertan. In seguito, dopo aver frequentato numerosi corsi di teatro ed aver fondato La Compagnia del Sole, associazione che tutt’ora gestisce il teatro storico Cesare Caporali di Panicale (PG), ha creato propri laboratori teatrali producendo spettacoli che spaziano dal teatro di prosa e musicale del rinascimento fino al ‘900. In ambito teatrale cura una scuola di teatro che abbraccia molte discipline dello spettacolo. Tiene stages di teatro in Italia ed all’estero. Ha al suo attivo numerosissimi allestimenti tra cui sono da annoverare “Il Malato Immaginario” di Molière, La “Salomè” di Wilde, “L’Avaro” di Molière, “Don Giovanni ritorna dalla guerra” di Horvath, e in ambito lirico l’opera “Rigoletto”, l’intermezzo “Pimpinone” di Albinoni e “La Serva Padrona” di Pergolesi. Ha curato la regia di vari allestimenti di sacre rappresentazioni con testi e musiche medioevali. Contestualmente ha frequentato il conservatorio F.Morlacchi di Perugia e ha proseguito lo studio del canto con il baritono Umberto Rinaldi e con il tenore Sergio Tedesco, frequentando molti altri corsi di specializzazione tra i quali il corso di canto barocco tenuto da Maurizia Barazzoni.
E’ stato vincitore del Concorso Nazionale “S.Pagano” per il ruolo di Uberto ne “La Serva Padrona” di Pergolesi, opera replicata in molti teatri italiani. Oltre a ruoli del grande repertorio quali Dulcamara, Geronte, Bartolo, Figaro, Leporello e Don Giovanni debuttati nei teatri di tradizione italiani e vari festivals, ha interpretato numerose opere rare di Vivaldi, Orlandini, Cesti, Salieri, Pergolesi e molti altri in Italia e all’estero.
Ha inciso per l’etichetta Tactus “La decollazione di San Giovanni Battista” di  Bononcini e “Il Giocatore” di Orlandini. E’ direttore artistico del Teatro Comunale Caporali di Panicale PG.

Loris Bertolo









Loris Bertolo                    


Nato a  Castelfranco  Veneto, ha  studiato canto  lirico  con  il  soprano  Erika  Baechi.
Ha  seguito i  corsi  di  interpretazione musicale tenuti dalla  Sig. ra  Vera  Rosza  e,  per  ciò che  concerne   il  repertorio  rinascimentale  e  barocco,  quelli   tenuti  dai Maestri  L. Meeuwsen  ed   Edward  Smith,  la  Scuola  di  Musica  Antica  di  Polcenigo  (Pn)  e quella  di  Venezia.
Attualmente studia con  il  M.° William  Matteuzzi.

Nel 1992  ha  interpretato  il  ruolo di  Sacripante nel “Medoro” di F.Lucio  rappresentata al Teatro Goldoni di Venezia, nel 1995 il ruolo di Probo nella “Atenaide”  di  Antonio Vivaldi  e,  in prima  esecuzione mondiale,  l’Oratorio “Il morto redivivo” di  A. Caldara  sotto  la  direzione del  M°. Fabio Biondi.

Nel 1997  è  stato selezionato  dal  Centro  Lirico  Internazionale  di  Adria  nell’ambito della  manifestazione “Giovani  nella  Lirica”  quale  vincitore  di  una   borsa di studio.

Da  anni  svolge  attività   concertistica  in    qualità  di  solista  in Italia e all’Estero( Weinachtsoratorium e Magnificat di J. S. Bach, Petite  Messe  Solemnelle di G. Rossini,  Requiem di W. A. Mozart,  Cantata n.29 e n.61  di J. S. Bach) e  in  formazioni cameristiche.

Nel 1998 ha interpretato il ruolo di Coriphée ne “Le Comte Ory”di G.Rossini rappresentato al  Teatro  alla  Pergola  di  Firenze  nell’ambito  della  Stagione  Lirica del  61° Maggio Musicale Fiorentino sotto la direzione del  M°. Roberto Abbado.

Negli anni 2002/2003  ha  interpretato  il  ruolo  di  Giorgio  Germont  nella  Traviata di G. Verdi presso il Teatro Politeama (S. Giovanni in P. – Bo) , Auditorium (Civitella Val di Chiana – Ar), Teatro degli Alemanni (Bo), Teatro San Domingo (Mi), Teatro Comunale (Anzola dell’Emilia – Bo), Teatro S. Cuore (Mo), Rocca di Scandiano (Re).

Sempre   nel   ruolo   di   solista  si  è  esibito  nel  Messiah  di  G. F. Handel  (Festival “Schladminger  Musiksommer” – Austria 1999), nei  Carmina  Burana  di C. Orff (”Lugano Festival” e “Milano Estate”- Coro e   Orchestra Filarmonica del  Teatro alla  Scala  dir. M°. Roberto Gabbiani  2000), Grande  Messa  in  Si  minore  di  J. S. Bach  e   Carmina   Burana  di  C. Orff   (“Schladminger  Musiksommer” – Austria 2000),  Requiem  di  W. A. Mozart  (Orchestra e Coro di  Vicenza  2001),  Requiem  di  G.  Fauré  (Modena  2002).Petite Messe Solemnelle di G. Rossini  al Teatro Comunale di Ferrara (2003) Nel 2004 ha eseguito le cantate BWV 8 eBWV 9 a Cesena,nel 2006 ha eseguito la Petite Messe Solennelle di Rossini e i Carmina Burana di C. Orff  nell’ambito dei concerti organizzati dal Teatro Carlo Felice di Genova.

Ha inoltre partecipato ad un concerto organizzato dalla Cappella Teatina di Bologna con in programma i Vespri veneziani di Baldassarre Galuppi a fianco del soprano Claudine Ansermet.

Ha inciso per la Sony una selezione di Tosca   nel  ruolo  di  Sciarrone  con l’Orchestra  e  il  Coro  del   Maggio   Musicale    Fiorentino   sotto   la   direzione  del M° S. Ozawa  , per  la  Philips, un piccolo ruolo  nella   Bohème  con  l’Orchestra  Filarmonica di Israele, il Coro del Maggio Musicale Fiorentino e  la   direzione  del  M°. Z.Metha (Tel Aviv 1999) e  per la Brilliant Classic le incisioni dell’Orfeo (nel ruolo di Plutone) e del Ritorno di Uisse in Patria (nel ruolo di Ulisse) di Monteverdi.

Ha   inoltre  collaborato in   qualità  di  solista  con  i  seguenti direttori :
 S. Bychkov,  T. Pinnock,  M. Radulescu,  B. Bartoletti, S. Vartolo,  M. Piquemal

Barbara Vignudelli



Bolognese di nascita si è diplomata in canto presso il Conservatorio “Venezze” di Rovigo, in musica vocale da camera con il massimo dei voti e la lode presso il Conservatorio “L. Cherubini” di Firenze ed ha conseguito il diploma di II livello in musica vocale da camera con il massimo dei voti, la lode e menzione presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano.

Ha frequentato numerosi corsi di perfezionamento nell’ambito della musica da camera (A. Ballista, D. Dorrow, L.Poli, T. Steinhöfel, F. Ogeas, G.Kuhn, S. Doz, G. Salvetti, K.P.Kammerländer, G.Neuhold, D.Baldwin, A. Ballista, E. Asti, S. Walker, M. Martineau, R. Vignoles ),e in quello operistico (A. Pola, G. Frazzoni, P. Venturi, G. Raimondi, M. Taddei, R. Emili, C. Desideri, W. Matteuzzi) oltre ad un Seminario di Interpretazione vocale tenuto dal soprano Mirella Freni.

In qualità di soprano solista ha collaborato con : Théatre National de Marseille, Biennale di Venezia, Stagione Sinfonica della R.A.I. Radio Televisione Italiana di Milano, Stagione Sinfonica della R.A.I di Torino, Teatro Comunale di Ferrara, Stagione Lirica e Concertistica del Maggio Musicale Fiorentino ,Teatro del Giglio di Lucca, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Bonci di Cesena, Teatro Accademico di Castelfranco Veneto, Orchestra Verdi di Milano,
 Fondazione Cini di Venezia, Fondazione Festival Pucciniano, Stagione Lirica del Teatro Petruzzelli di Bari, Megaron Musiki (Atene), Schladminger Musiksommer (Austria), Festival MiTo, Festival di Sintra (Lisbona), Stagione Concertistica Collège des Bernardins - Radio France (Paris), 
Saison Basilique Sainte Clotilde (Paris).
e sotto la direzione di: R. Abbado, K. Järvi, R. Jacobs, C. Hammer, M. de Bernardt, H. Handt, G. Albrecht, M. Armiliato, T. Pinnock

Ha inciso per: BMG Ricordi, Tactus, Dynamic, Edizioni S. Paolo, Bongiovanni, R.A.I Torino, Decca

L'Accademia di Musica



Commedia in due atti in prosa
di S.E. il Sig. Marchese Francesco Albergati
Patrizio, e de Quaranta Senatori di Bologna, Ciamberlano, e Generale Aiutante di campo di S.M. il Re di Polonia, Cavaliere del R. Ordine di S. Stanislao, tra i Soci Onorarii dell’Accademia degli Unanimi, l’Applicato


Personaggi ed interpreti
Alberto, Mercante (Gastone Sarti); Aurelio, suo figlio( Luigi Millaci); Vespina, cameriera (Donatella Ricceri); Cecchino, servitore (Marco Muzzati); Aspasia, giovane veneziana (Cristina Martini); Giacometto, suo fratello (Andrea Fusari); Marfisa, donna d’età un po’ avanzata (Silvia Nannetti); Un notaro ( Nerio Bonvicini); una serva (Laura Spimpolo)
un Maestro di Musica ( Nerio Bonvicini) 

Musiche di scena eseguite dalla
Cappella Musicale di San Giacomo
- dalla raccolta di Filippo Dalla Casa, Suonate di Celebri Auttori  (1811)…: Primo e Terzo mov. dal Concerto a mandolino e Basso dell’Arciliuto di Giuseppe Vaccari; Primo e Terzo mov. dal Concerto a mandolino e Basso dell’Arciliuto di Lodovico Fontanelli.
- Martone il matto e La mia dama par ferita di Carlo Cossoni ( 1669)
-Che cosa è amore di Pirro Capacelli Albergati (1691).
- State attenti miei signori, dal fondo Malvezzi dell’Archivio di Stato di Bologna ( sec XVIII).
-Primo movimento del Concerto in Re maggiore  per mandolino, archi e basso continuo di A. Vivaldi
Barbara Vignudelli, Gastone Sarti e Andrea Fusari, voci; Cleofe Miotti, mandolino;Monica Paolini, chitarra;Roberto Cascio, liuto

Regia di
Virgilio Bianconi

Scenografie e Costumi
Marino Bortolotti, Luca Greselin

Realizzazione Costumi
Maria Castelvetri

Un progetto di Roberto Cascio

Trama

La scena si finge in Bologna. Qui vive Alberto Astolfi, mercante e banchiere d’età matura, indiavolato per tutte le donne. Ha un figlio, Aurelio, che vive in Venezia, a cui fa avere quello che può bastargli , ma che non vuole rivedere per via di un suo legame d’amore con una donna …. di poche fortune. Aurelio infatti è innamorato di Aspasia, una giovane veneziana, bella, onesta e civile ; vorrebbe sposarla ma non senza il consentimento del padre. Aurelio non sa come far accettare al padre la sua  Aspasia. Tornato nottetempo a Bologna, disperato, richiede l’aiuto dell’ antica serva di casa, la scaltra Vespina. Con la complicità recalcitrante di Cecchino ( il servo di casa, l’innamorato pazzo geloso di Vespina), organizzano l’inganno. E’ mattino, Alberto si alza e senza perdere troppo tempo comincia a insidiare amorosamente Vespina per convincerla a sposarlo. Ma, appena il servo Cecchino, annuncia l’ arrivo di una giovane .. in compagna di un giovinotto, subito dimentica le proposte di matrimonio alla serva  e, eccitato per l’inaspettata visita si prepara a ricevere gli ospiti rassettandosi l’abito da camera (… subito s’ingalluzza, vecchio matto, dirà compiaciuta e sottovoce, Vespina).  

La giovane è Aspasia che sotto mentite spoglie,  (in compagnia di suo fratello Giacometto,  invaso da una irrefrenabile passione per il canto), con ambigui ammiccamenti ed equivoche parole fa credere ad Alberto  che potrà essere la sua sposa, a patto che perdoni e accetti di nuovo in casa il figlio Aurelio, il quale a sua volta , con giuramento solenne, si impegnerà a non sposare mai altra donna che non piacesse al padre. Tutto viene stabilito in una lettera che Alberto dovrà consegnare la sera stessa ad Aspasia durante  una academietta privata di musica, a cui partecipa solo che chi sona, e chi canta  (alla quale il vecchio mercante e banchiere, cantando la canzonetta del topo d’Esopo, è riuscito di  farsi invitare). Una volta ricevuta la lettera Aspasia penserà a farla recapitare al signor Aurelio, in Venezia.

E’ fatta. La sera, durante la festa, Aurelio , poco dopo che il padre Alberto ha consegnato lo scritto ad Aspasia,  si presenta con la lettera in mano. Alberto, sorpreso,  intende tutto l’inganno, la finzione, la cabala,  ma secondo i patti stabiliti, non può rifiutare al figlio il consenso al matrimonio con  Aspasia, che a lui era tanto piaciuta. Subito cerca di rifarsi con la serva ma nel frattempo, l’accorta Vespina si è sposata con Cecchino.  Lo sconsolato Alberto tuttavia non resterà solo. La signora  Marfisa Muffa, fiorentina, da lui improvvisamente abbandonata qualche tempo prima, nonostante una promessa scritta di matrimonio, arriva in compagnia di un notaio. Alberto, rassegnato, non potendo rifiutarsi di onorare il suo impegno si legherà alla Marfisa, non prima però  di avere per un’ultima volta tentato di agguantare nel ballo finale, le mani di una graziosa cameriera.



Una brillante commedia scritta (nell’epoca in cui i cicisbei incipriati ed i suoi galanti abati, discutevano i pregi di un madrigale o della  più sapiente collocazione dei nei sulla guancia di una bella dama),  da un discepolo e amico di Carlo Goldoni: Francesco Albergati, bolognese, della nobile famiglia degli Albergati Capacelli.
Francesco, poi soprannominato il Moliere bolognese, fu  amico di Voltaire e dell’Alfieri e nemico del Casanova ( con il quale pare che volentieri litigasse in lingua francese). Fin da giovanissimo frequentò i palcoscenici prima come attore e poi come scrittore comico. Il teatro che fece allestire nel suo Palazzo di Zola (capace di ospitare un pubblico di oltre trecento persone), divenne famoso in tutta Europa.

La caratterizzazione,  la vivacità e l’ arguzia dei personaggi e la particolarità delle ambientazioni (le prime scene sono a lume di candela, l’ultima in una sala da concerti), fanno de  L’ Accademia di Musica  un testo originale e divertente.

Il cast degli attori è in buona parte composto da attori musicisti ( così come il testo della commedia richiede). Tutti provengono dal nucleo di artisti che gravitano attorno alla chiesa e al convento di San Giacomo Maggiore di Bologna, nel cui ambito sono nati La Cappella Musicale di San Giacomo Maggiore e il Teatro Antico di San Giacomo Maggiore. Entrambi i soggetti rivolgono la propria attività alla riedizione in veste filologica di testi esclusivamente scritti tra 500 e 700. Costumi e musiche sono copie di originali. ll testo, inedito, trascritto in proprio, è parte della Biblioteca Universitaria di Bologna.